IL CONCERTO DI OMAR BRESCIANI ALLE SCUDERIE GRANDUCALI SEGNA IL RITORNO A UNA ATTESA NORMALITÀ. Monaco: “Una serata ricchissima di emozioni, di cui avevamo tanto bisogno”
La serata “…e m’innamorai! Musica e memorie degli anni 60”, organizzata da Simone Pighini e in cartellone l’8 aprile ha rappresentato l’attesa occasione per tornare a cantare dal vivo, tanto da ottenere in poche ore il sold out, con l’aggiunta di una nuova data il 9 aprile.
Sul palco delle Scuderie alcuni amici artisti hanno accompagnato Omar Bresciani in questo viaggio musicale lungo un decennio, il pianista Giovanni Giannini e il giovane attore Diego Coluccini.
L’appuntamento di Seravezza ha rappresentato un evento speciale, un momento intimo e prezioso: l’apertura della nuova stagione live di Omar Bresciani ripartendo dalla propria città, dopo l’esperienza di inizio marzo in Germania.
Nel corso del concerto-spettacolo Omar Bresciani ha interpretato brani classici in combinazione a un ritmo pop, trascinando il pubblico in grandi emozioni grazie anche alla grande presenza scenica.
“Una serata ricchissima di emozioni – commenta Davide Monaco, direttore della Fondazione Terre Medicee che ha patrocinato l’evento – in un clima coinvolgente, nel quale Omar ha dimostrato le sue grandissimi capacità artistiche e il pubblico ha risposto con entusiasmo, lasciandosi guidare in una serata di cui avevamo davvero bisogno. Tanto più che si è trattato del primo concerto post Covid, attorno al quale c’erano grandi aspettative tutte ben ripagate dalle capacità di questo nostro artista che merita grandi palcoscenici”.
Comune di Seravezza e Fondazione Terre Medicee hanno promosso l’evento con la consapevolezza di quanto sia importante valorizzare gli artisti locali, creando preziosi momenti di condivisione con i cittadini che, sin dal debutto, ne seguono il percorso artistico.
“Stare sul palco delle Scuderie, il teatro della mia città, di fronte ad una platea gremita di persone è stato emozionante – commenta Omar Bresciani – e la scelta di proporre lo spettacolo dedicato agli anni sessanta ha avuto una chiara motivazione: allora le rivolte e i movimenti giovanili guardavano al futuro con la determinazione e la speranza di rinnovarsi, di cambiare la società, di migliorarla, così come oggi la voglia delle persone è di ricominciare, di buttarsi alle spalle i drammatici mesi trascorsi e di guardare avanti, con fiducia, energia, voglia di fare, e con una grande speranza di pace nel cuore”.